Un cittadino ci scrive:
Dosson di Casier, 7 maggio 2014ALCUNI CITTADINI VI SCRIVONO.
ASCOLTATE CHI, ATTRAVERSO QUESTA LETTERA, VUOLE PARTECIPARE E INTERAGIRE CON LE ISTITUZIONI.
E' UN'OCCASIONE PER ASCOLTARE, PER CRESCERE INSIEME, PER INIZIARE AD OPERARE CORAGGIOSAMENTE PER IL BENE COMUNE E PER LE FUTURE GENERAZIONI. "Prima c'erano i campi di sterminio, ora c'è lo sterminio dei campi ed è la stessa logica. ". Andrea Zanzotto
Al candidato sindaco Comune di Casier
Ai candidati consiglieri Comune di Casier
Oggetto: la sfida per il bene comuneAnche in questa campagna elettorale le parole e gli impegni generici abbondano. Nei programmi elettorali si dice tutto e il contrario di tutto, alla ricerca del consenso di elettori distratti. Anche nel vostro programma elettorale mancano richiami forti, pieni di responsabilità verso le generazioni future e verso l'ambiente. Ci soffermeremo su un aspetto importante del programma, quello relativo all'ambiente, che fa da sfondo a ciò che un ente locale e' chiamato a dare sotto forma di servizi ai suoi cittadini presenti e futuri. Vorremmo parlarvi dell'ambiente e di un'economia legata ad una gestione lungimirante del territorio. E' parte di un programma politico per le elezioni comunali, ma per noi e' la "conditio sine qua non" per uno sviluppo sostenibile e immune dai danni della globalizzazione. Nel vostro programma, ad esempio, si parla di Terraglio Est come opportunità e nello stesso tempo si accenna (si accenna solamente, quel che basta per l'elettore distratto) allo sviluppo dell' agricoltura. Si parla di turismo del Sile e nello stesso tempo non si accetta la proposta del "Forum nazionale Salviamo il Paesaggio" di bloccare nuove edificazioni. A nostro avviso sono grandissime contraddizioni che sono trasversali a tutti gli schieramenti e che spiegano la lontananza dalla politica di chi, come noi, continua ad essere un idealista un po' fuori moda. Non dovreste mai dimenticare che avete amministrato e/o amministrerete, non solo un territorio urbanizzato, popolato dai cittadini che rappresentate, ma una comunità formatasi nel corso del tempo attraverso più generazioni e con attività, legami e relazioni che ne hanno fatto la storia e delineato un'identita'. Il comune di Dosson di Casier e' situato in un territorio la cui vocazione principale nel corso del dopoguerra e' stata l'agricoltura. Tale attività primaria si è sviluppata nel corso del tempo e ha fatto vivere una comunità con le sue tradizioni, le sue relazioni, i suoi legami solidaristici e umani, il cui ricordo ancora oggi affascina ed emoziona chi ascolta i racconti delle persone più anziane. Il Sile e' stato ed è ancor oggi l'altro elemento che accompagna la vita, il lavoro, le abitudini della gente di Dosson di Casier. Lo sviluppo urbanistico, l'espansione gigantesca delle aree produttive industriali, il proliferare di nuove strade hanno fatto scempio di centinaia di ettari di suolo fertile, relegando l'agricoltura ai margini del contesto produttivo e sottraendole la possibilità di incrementare la sua incidenza nell'economia del territorio. Un' Amministrazione locale in un contesto simile dovrebbe farsi promotrice e parte attiva per salvaguardare, consolidare e sviluppare la coltura del radicchio, aumentando la superficie coltivabile e creare opportunità di lavoro per i giovani. Si dovrebbero favorire cooperative di giovani che potrebbero lavorare in più ambiti: dalla coltivazione, trasformazione, lavorazione del radicchio, alla sua conservazione, aumentando l'export e le quote di mercato, dalla promozione commerciale del fiore che si mangia, alla promozione turistica della terra del radicchio, magari percorsa da piste ciclabili con itinerari tematici sulla sua coltura e lavorazione, dalle attività ricettive legate ad un turismo che dura tutto l'anno e che sfrutta, oltre alle bellezze naturali nostrane, la vicinanza a Venezia. Per non parlare del turismo enogastronomico. Tutto questo e' possibile a condizione che il Comune sia consapevole che il paesaggio va tutelato, bloccando nuove edificazioni, aumentando la piantumazione di alberi, vincolando la ristrutturazione dei pochi casolari rimasti, oltre che a criteri architettonici coerenti con la storia dei luoghi, ad una adibizione degli stessi a strutture ricettive (bed and breakfast, garni, ecc.). Si potrebbe favorire, in presenza di una domanda turistica importante, la trasformazione d'uso di abitazioni del comune da residenziali a turistico-ricettive. Si tratta di creare, accanto ad attività produttive industriali, attività produttive di tipo agricolo, agricolo-industriale, turistico, enogastronomico. I giovani organizzati in cooperative potrebbero lavorare, tutto l'anno e stabilmente, potendo spaziare dal lavoro agricolo al settore dei servizi, dal marketing turistico-commerciale alle visite guidate, dalla gestione di spazi espositivi museali legati al radicchio e al Sile alla fruizione di itinerari naturalistici, dal mantenimento e gestione delle aree verdi e dei percorsi riservati al turismo ad attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti agricoli.
Tutto questo sogno ad occhi parti non prevede il secondo stralcio del Terraglio Est, non prevede la cementificazione della ex caserma Serena, non prevede, ad esempio, che in Via Canova a Dosson il comune consenta di edificare una villa e due biville in un lotto in cui sono presenti 9 bellissimi tigli, "posti a guardia di quell'ultimo lembo verde rimasto" come direbbe Mario Rigoni Stern. Qualsiasi prospettiva di uno sviluppo economico legato anche all'agricoltura e al turismo esige una consapevolezza e un coraggio che la politica purtroppo non ha. In Italia ogni secondo 16 metri quadrati di suolo fertile vengono ricoperti di cemento. E Dosson di Casier negli ultimi 25 anni ha fatto la sua parte, a scapito del paesaggio, dell'agricoltura e delle potenzialità turistiche. Si è cementificato a dismisura senza prevedere parchi verdi degni di questo nome. Quello di Via Aldo Moro, già contenuto nel progetto iniziale, ha visto crescere condominii e una caserma dei carabinieri e il Parco Urbano che si prospetta porterà via altro suolo fertile all'agricoltura. Manca la consapevolezza che un metro quadro di terreno, coperto da vegetazione, assorbe la pioggia da 10 a 20 volte in più rispetto ad un terreno edificato. Manca la consapevolezza che il suolo e' una risorsa limitata e non rinnovabile. Sotto questo profilo ci chiediamo: perché l'ex-caserma Serena non può diventare semplicemente un parco verde? Dinnanzi alle questioni che poniamo con forza c'è un'allegra spensieratezza da parte del cittadino comune, convinto che di spazio ce n'è, che si può fare tutto quello che si vuole, che non succede niente: si può inquinare, costruire, distruggere, asfaltare, cementificare, deturpare, come se ci fosse sempre la possibilità di rimediare. Ma non è così. E chi fa politica....dovrebbe saperlo.
Schiavon Dante
Preo Ivano
Rizzato Marina
Schiavon Alessio
Preo Alice
Antonio Saponaro, candidato Sindaco per il Comune di Casier risponde:
Buonasera sig. Schiavon,
mi scuso se non le ho risposto via facebook ma non ho trovato alcuna lettera inviatami direttamente, se non questa mail.
Procedo in ordine:
Sono stato referente per la provincia di Treviso della raccolta fime per la Legge di iniziativa popolare "Rifiuti Zero" e come gruppo Grilli del Sile organizziamo periodicamente la pulizia del Sile. Un'iniziativa proposta dal sottoscritto ai meetup provinciali, consente da quest'anno ogni 6 mesi, di operare il monitoraggio a 5 Stelle, una ricognizione nei nostri territori al fine di rilevare ogni segno di degrado ambientale. Il primo monitoraggio è stato effettuato ad aprile e pubblicheremo in questi giorni i risultati e le fotografie. Questo solo per farle capire ciò di cui ci occupiamo.
Lei dice che nel nostro programma accenniamo soltanto al blocco delle edificazioni, io leggo:
- Piantumare a verde almeno cinquanta metri quadrati per abitante insediato, allo scopo di garantire il rispetto degli obiettivi del protocollo di Kyoto
Questo obiettivo è davvero molto ambizioso ed investe ovviamente anche le nuove costruzioni che non potranno esistere senza tener presente questa proporzione;
- Limitare l’indice di edificabilità nelle zone di completamento e limitare la diffusione dell’espansione edilizia
Questo vuol dire nessuna nuova concessione se non nel rispetto dell'ambiente.
Siamo gli unici che parlano di incrementare il turismo enograstronomico e che il fiume Sile sarà l'unico mezzo per dare futuro a questo territorio. Le dirò di più, circa un mese fa abbiamo incontrato il direttore dell'Ente Parco Sile ed abbiamo iniziato il lungo percorso per far riconoscere il Fiume Sile come bene patrimonio dell'umanità, quindi tutelato dall'Unesco. Non è una promessa elettorale, lo stiamo già facendo da liberi cittadini.
Aggiungo un particolare importante, con l'aiuto dello scrittore Giorgio Pezzin abbiamo realizzato 3 serate informative sulla storia del Sile, adattate di volta in volta al comune nel quale le abbiamo presentate. Abbiamo ripercorso gli ultimi 3 millenni spiegando come si vivesse sul Sile e soprattutto di cosa si vivesse. Nella serata organizzara a Dosson di Casier ha partecipato la deputata Arianna Spessotto, che da poco era in commissione trasporti. Nel preparare il suo intervento per la serata, ha scoperto che l'italia è all'ultimo posto per sfruttamento del trasporto su acqua e che la comunità europea favorisce e finanzia progetti in tal senso. Quella sera ci ha annunciato di aver depositato un disegno di legge mirato a incentivare i trasporti su acqua con mezzi che sfruttano le energie rinnovabili. Siamo fieri che una nostra iniziativa locale abbia prodotto un disegno di legge nazionale, ovviamente mai calendarizzato fino ad oggi.
Concordo con lei che l'ex caserma Serena potrà essere oggetto di progetti di edificazione selvaggia se non addirittura di un orribile centro commerciale e fino a quando avrò vita, sarò disposto ad incatenarmi pur di non lasciare ai miei figli un orrore simile. Credo che un parco verde attrezzato ad ospitare visitatori in bici che vogliano trascorrere giornate in serenità, sia il massimo.
Non le nascondo che confido molto nel risultato delle elezioni europee del prossimo 25 aprile, perché potremo contare sui nostri rappresentanti a Bruxelles per mettere in risalto problemi locali, alle volte risolvibili solo con direttive comunitarie o Leggi nazionali. Personalmente nell'ultimo anno e mezzo (da quando ho costituito il gruppo Grilli del Sile), nelle serate informative ho invitato molti parlamentari del Movimento 5 Stelle perché crediamo che un rappresentante a Roma non abbia alcun senso se non si impegna a divulgare il suo operato ai suoi conterranei e se non funge da piede di porco per aprire porte chiuse da anni al fine di tirar fuori qualsiasi documento utile o per sottoporre alle commissioni parlamentari, le iniziative e le situazioni locali.
Un ultimo appunto: a noi il bene comune non basta! Noi pretendiamo IL MEGLIO PER TUTTI.
Sono sicuro che le nostre idee non siano distanti e per noi l'ascolto e la partecipazione di tutti i cittadini sono la linfa vitale.
Disponga come crede della mia risposta e non esiti a contattarmi per qualsiasi questione.
Buona domenica,
Antonio Saponaro 347-9949968
Se avete altre domande o messaggi, fatevi avanti!