La recente incomprensione interna sulla vicenda emendamento, dovuta alla cronica mancanza di discussione interna al M5S su temi come questo, rende a parer mio necessaria l'attivazione di iniziative da parte di noi attivisti per informare correttamente la popolazione su queste tematiche... sperando al contempo di riuscire ad escludere dal M5S gli ancor troppi filoxenofobi che impestano dannosamente le nostre file.
Una maggiore informazione e cultura invece garantisce ad attivisti e popolazione una maggior quantità di saperi e strumenti coi quali sarà possibile costruire leggi eque ed equilibrate ma che al contempo governino efficacemente questo pressante fenomeno.
Loris Donazzon
12 OTT. 2013 - Cinque idee sbagliate sull’emigrazione.
http://rufini.blogautore.repubblica.it/2013/10/12/cinque-idee-sbagliate-sullemigrazione/Mentre il Parlamento si divide sul reato di clandestinità ed altre ricette magiche, sull’emigrazione ogni politico si sente di dare il suo parere, spesso dimostrando una conoscenza del tutto superficiale della questione. Anche persone autorevoli. Ma la migrazione è un fenomeno estremamente complesso, e molte delle idee più diffuse sulla materia sono in realtà senza fondamento. Vediamone alcune.
I “clandestini” sono milioni. In realtà, quelli che arrivano in Italia sono al massimo qualche decina di migliaia l’anno. Per lo più diretti in tutta l’Unione Europea. Hanno dei piani di viaggio precisi, sanno dove andare e cosa fare, e hanno un lavoro e una casa che li aspettano, una volta arrivati.
Vogliono venire tutti qui. Non è vero. La stragrande maggioranza dei migranti preferisce non allontanarsi troppo dalla madre patria, per motivi pratici, economici e sentimentali. Normalmente si fermerebbero in Nord Africa o in Medio Oriente. L’instabilità di quei paesi e la crescente xenofobia che vi si è diffusa degli ultimi dieci anni spingono molti di loro a cercare un’alternativa in Europa. Peraltro, moltissimi sarebbero contenti di andare e venire dal loro paese con cadenza stagionale, come si è fatto per decenni. Ma adesso rientrare in Europa è diventato così difficile che sono costretti a restare qui tutto l’anno.
Emigrano perché sono disperati. I migranti vengono sempre descritti come i paria della terra, privi di qualsiasi risorsa e spinti dalla fame e dalla privazione. Ma le ricerche fatte e l’esperienza quotidiana ci dicono che non è così. I disperati, al più, si spingono dalle campagne alle città del proprio paese. Chi emigra all’estero normalmente ha un buon titolo di studio, parla due o tre lingue, è intraprendente, ha a disposizione le migliaia di dollari che servono per il viaggio (specie se clandestino), e può contare su una buona rete di relazioni tanto nel paese di partenza quanto in quello d’arrivo.
Bisogna impedirgli di arrivare. E’ impossibile. Gli Stati Uniti hanno costruito 11.000 chilometri di barriera iper-tecnologica e sorvegliata da migliaia di guardie, radar e droni, senza riuscire a ridurre significativamente l’immigrazione irregolare dal Messico. A Ceuta e Melilla, piccole enclaves spagnole in Marocco, la Spagna ha costruito delle vere fortezze con molteplici barriere di filo spinato alte sei metri e piene di sensori elettronici, ma migliaia di migranti continuano a passare comunque. La lista è lunga, e il costo economico di tutte queste iniziative è abominevole quanto la loro inutilità.
Come facciamo a dargli un lavoro se c’è tanta disoccupazione? Se i migranti vengono in Europa è perché c’è una grande offerta di lavoro che non viene coperta dal mercato locale. Lavoro in nero nell’agricoltura, nelle costruzioni e nel lavoro domestico, ma anche lavoro legale e qualificato nei servizi, nel commercio, nell’industria e nell’artigianato. C’è un potenziale enorme: gli immigrati son anche consumatori e rafforzano il mercato interno, spesso sono imprenditori che creano posti di lavoro. E se sono legali, pagano anche belle tasse. Una politica intelligente li userebbe per risollevare l’economia.
Sono solo cinque punti, ce ne sarebbero molti di più: identità, interculturalità, criminalità, ecc.. Ma sono un esempio di luoghi comuni infondati che pure formano l’opinione pubblica e determinano le politiche. Impedendoci di fare scelte intelligenti ed efficaci.
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Un altro articolo interessante è questo da Il Fatto Quotidiano:
Lampedusa: morti, lacrime e impotenza
Non è la sconfitta che pesa; è l’impotenza. L’anno prossimo a Gerusalemme, dicevano gli ebrei. Ma quando si sa che un anno prossimo non ci sarà, che non si può fare niente, che i 300 morti di Lampedusa e quelli di ieri saranno 3. 000 domani; è allora il momento più buio: quando non si vede nemmeno più un barlume di luce. Eppure l’obiettivo è chiaro; ed è anche condiviso da tutti: mai più. Mai più morti in mare, su una barca che li porta a una terra promessa di cui tante Lampedusa sono la porta. Mai più campi di concentramento, pudicamente nascosti sotto sigle diverse (Cie, Cpt), dove detenere in condizioni inumane gli scampati al mare. Mai più processi per reati assurdi giuridicamente e inaccettabili eticamente quali il soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Mai più questa vergogna. Certo, mai più. Tanto le parole non costano niente. E poi la gente le beve con avidità: un fastidioso senso di colpa è molto diffuso. E dirsi “che vergogna” aiuta a liberarsene, a pensare ad altro. Ho fatto quello che potevo, ho preso posizione, mi sono indignato. Certo, adesso faranno qualcosa, non possono non farla. Cosa?Si possono impedire le migrazioni? Lo si può impedire a gente che vive in condizioni tali rispetto alle quali costituisce alternativa accettabile lavorare come bestie per anni per pagarsi un viaggio... continua a leggere.
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Un altro articolo da Corriere.it sull'immigrazione. Stavolta parla un deputato 5Stelle che è anche figlio di un emigrato egiziano. Sentiamo anche la sua voce, visto che l'importante è farsi un'idea più precisa possibile di un problema che non ha certo una soluzione facile:
Sorial: «Caro Grillo, sui clandestini hai sbagliato»
La sua proposta di legge «Cittadinanza a chi nasce da genitori stabilmente in Italia, ma anche per chi completa un percorso scolastico»
«Per me l’emendamento presentato al Senato per togliere il reato di clandestinità era interessante e l’ho molto apprezzato». Girgis Giorgio Sorial, deputato bresciano del M5s e figlio di immigrati egiziani, lo dice chiaro. E dice anche che il post di Grillo e Casaleggio contro i senatori del MoVimento autori di quell’emendamento «ha preso alla sprovvista sia me che molti altri parlamentari. Per questo abbiamo chiesto a Grillo e Casaleggio di venire a Roma per incontrarci». Dice Sorial che bisogna sintonizzare meglio i tre pilastri del M5S: «Grillo e Casaleggio che restano il megafono del MoVimento; noi gruppi parlamentari e i cittadini che ci votano e dei quali siamo portavoce»... continua a leggere.
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Da il Fatto Quotidiano sulle critiche di Beppe Grillo:
La difesa della libertà di parola e del diritto di critica è sempre stata un valore fondamentale del nostro web giornale. Per questo non ci lamentiamo se sul blog di Beppe Grillo, dopo la scomunica dei parlamentari M5S che avevano presentato un emendamento sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina, è stato pubblicato un post in cui un attivista (tale Tinazzi) attacca Il Fatto Quotidianoaccusandoci, tra l’altro, “di aver sostituito l’Unità come organo del Pd”. Beppe Grillo, ilfattoquotidiano.it e il diritto di critica
Tinazzi è libero di pensarlo, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sono liberi di mettere on line il suo scritto, così come i lettori sono liberi di farsi un’opinione sulla veridicità di queste affermazioni. Magari – è meglio, ma non obbligatorio – dopo aver dato di nuovo un’occhiata alle centinaia di articoli da noi messi in rete in questi anni su Penati, la segretaria di Bersani e i suoi conti correnti, il Monte Paschi di Siena, Unipol e Matteo Renzi. Storie e notizie scovate e raccontate dai nostri cronisti che, al pari di quelle riguardanti altri partiti e altri personaggi dell’economia e della finanza, sono state spesso utilizzate da Grillo e dal M5S per fare attività politica e di denuncia.
Un paio di riflessioni sui diritti e i doveri di chi fa informazione e sui principi che, tra molti errori, abbiamo sempre cercato di seguire è però il caso di farne. La tesi forte del post pubblicato sul blog di Grillo è infatti tutta racchiusa nel titolo: “I falsi amici”. Ed è una tesi che non ci piace... continua a leggere.
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