mercoledì 12 febbraio 2014

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: Un Paese in ginocchio - Una proposta da discutere

Un Paese in ginocchio.






Quali sono oggi i piani di governo sul tema prevenzione. Esistono piani d’intervento e manutenzione o esistono purtroppo solo quelli di tamponamento?
Abbiamo un Paese in ginocchio, frane smottamenti crolli, interi paesi isolati, linee ferroviarie interrotte, città terremotate fantasma, rottura di argini di grandi fiumi, aree alluvionate; il Paese è davvero in ginocchio.
I soldi dei danni subiti quantificati dalle amministrazioni locali sono dieci volte superiori a quelli che si sarebbero dovuti spendere per la prevenzione. Perché non lo si è fatto?
Ma, proprio perché i fondi per la prevenzione sono stati tagliati quasi completamente, mi chiedo quali risorse possa trovare disponibili il governo per pagare i danni, ed avviare la ricostruzione; credo sarà davvero difficile ricevere qualunque risarcimento.
Vaste aree, intere regioni come Liguria Veneto Friuli Toscana Lazio e non per ultime la Calabria e la Sicilia, hanno avuto un forte dissesto idrogeologico. E il governo resta alla finestra. Ma dove sono finiti i soldi?
Qui occorre mettere in sicurezza il territorio, riqualificare le aree dissestate, bonificare quelle alluvionate, rinforzare gli argini dei fiumi, e tanto altro ancora.
Tuttavia per un aiuto concreto alla ricostruzione o alla gestione di situazioni di emergenza, la soluzione non è esclusivamente economica, io desidero chiedere con maggiore forza, l’utilizzo degli uomini e dei mezzi dell’Esercito Italiano.
Suggerirei al governo di  occuparsi della realizzazione delle opere pubbliche mancanti, strade e ponti, non con il meccanismo delle gare di appalto, ma proprio con l’Esercito.
Un paese che non riesce a difendersi dalla pioggia, significa che è mal governato.
Ogni anno firmiamo un assegno di 50 miliardi di euro e lo consegnalo all’Europa, questi soldi vanno nel Fondo “Salva Stati”. Sarebbe arrivato il momento di chiedere indietro una piccola parte allo scopo di finanziare la ricostruzione del nostro Paese, magari con la competenza e i mezzi dell’Esercito.
Poi manderei un lettera al Presidente della Repubblica,  in qualità di Sindaco d’Italia, invitandolo a suggerire la soluzione di tutti questi problemi legati al dissesto idrogeologico per causa clima. Un elemento naturale dal quale l’uomo si è sempre difeso con determinazione, e con tutti i mezzi a sua disposizione.

Apriamo una discussione su questo argomento, voi come la vedete?

di Antonio Poli dei Grilli del Sile.


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N.B. Potete partecipare alla discussione o dire la vostra cliccando sulla parola "commenti" qui sotto e scrivendo il vostro contributo.



5 commenti:

  1. In parte sono d'accordo, ma ormai non ci sono più i militari e i genieri di una volta, se non altro come numero. Però é vero che quelli che ci sono potrebbero essere impiegati, visto che sono già pagati. In un documentario ho visto come negli Stati Uniti i militari abbiano costruito TUTTE le nuove difese di New Orleans che era stata distrutta dall'uragano Katrina.
    Perchè non farlo anche da noi?
    Tuttavia visto l'altissimo numero di cassaintegrati (già pagati per non fare nulla) perché non vincolare il sussidio di disoccupazione o la cassa integrazione alla forniture di un certo numero di ore di lavoro per la difesa del territorio? Potrebbero così integrare il compenso e arrivare ad uno stipendio intero, oltre che sentirsi meno umiliati. Inoltre con opportuni corsi di formazione questa gente potrebbe imparare nuovi mansioni e magari sistemare definitivamente la loro posizione.
    Ma ci vorrebbe un governo che, invece di pensare ad alchimie interne e spartizioni varie, si occupasse dei problemi per risolverli, e invece...

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  2. Ho sempre sostenuto, chi mi conosce lo sa bene, lo ripeto da anni, che bisogna utilizzare forza lavoro a basso costo come i detenuti ad esempio per lavori di raccolta rifiuti, pulizia tombini, sistemazioni idraulico forestali, pulizia boschi.....Naturalmente adeguatamente seguiti ed istruiti. Basta volere!
    Davide

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    1. Sono d'accordo. Tra l'altro i lavori forzati sarebbero un ottimo deterrente e sanerebbero situazioni come quelle di mafiosi assassini mantenuti a spese della collettività mentre, dal carcere, continuano a condurre i loro loschi affari permettendosi di lanciare minacce e intimidazioni. Una cosa che succede solo in un paese evidentemente governato da molti loro complici.

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  3. Concordo con tutto quello che è stato detto fino a quì.
    Io purtroppo non conosco bene le criticità del nostro territorio, ma concordo sul fatto che deve essere garantita una continua ed efficace manutenzione di corsi d'acqua, canli, fiumi, imp. fognari, scoli, argini, bacini e quan'altro....certo ha un costo ma costa molto di più poi mettere a posto se si verifica un evento averso.
    Trovo molto sensato impiegare una forza lavoro come i cassaintegrati, che di fatto lo stato paga già, ma per non far nulla....la trovo una cosa senza senso !! Che tanto le competenze ci sono basta mettere le persone giuste al posto giusto;
    Sull'impiego dei detenuti non sono molto convinto, ovvero, sono daccordo all'impiego di detenuti, ma con un apposto programma di reinserimento al lavoro, cose che già si fanno sulle quali si potrebbe spingere un po' di più.
    Faccio un'ultima riflessione: ho visto un servizio in televisione in cui alcuni imprenditori lamentavano il fatto di non essere stati avvertiti in tempo, per mettere al riparo i loro beni, da un allagamento di 20-30 cm d'acqua circa, dicendo che se fossero stati avvisati, si sarebbero adoperati per limitare i danni....quindi mi viene da pensare che: se avessimo una perfetta gestione delle emergenze, già qualche danno si potrebbe limitare; perchè può sempre capitare quell'evento "straordinario" che anche con le opere più belle realizzate con tutte le più buone intenzioni, può causare dei danni, l'importante è che la macchina pubblica riesca a mettersi in moto rapidamente ed efficacemente per stare vicino a chi subisce un danno.

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    1. Gli imprenditori però dovrebbero anche svegliarsi e informarsi su cosa potrebbe succedere. Certo, comunque, che è la macchina pubblica che dovrebbe muoversi per informare e dotare la gente degli strumenti necessari. Per esempio non so se esista una carta altimetrica dettagliata dei luoghi che ormai si potrebbe realizzare facilmente con la scansione laser satellitare o aerea. So per certo che attraverso tali scansioni si controllano lo stato di ponti e viadotti misurando deformazioni o cedimenti anche di pochi centimetri. Conoscendo la situazione altimetrica della propria zona ognuno potrebbe fare due + due e attivarsi di conseguenza, magari sollevando i macchinari proprio di quei fatidici 30 centimetri.

      Ma ovviamente i nostri amministratori hanno ben altro di cui occuparsi.

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